Woman in gold – recensione (giornata della memoria 27 gennaio 2016)

INFORMAZIONI TECNICHE

Titolo originale: Woman in Gold

Paese di produzione: Regno Unito

Anno: 2015

Durata: 110 min

Genere: drammatico, storico

Regista: Simon Curtis

Casa di produzione: Origin Pictures, 2nd District Filmproduktion, BBC Film, The Weinstein Company

Attori: Helen Mirren (Maria Altmann), Ryan Reynolds (Randol Schoenberg), Daniel Brühl (Hubertus Czernin), Katie Holmes (Pam Schoenberg), Tatiana Maslany (Maria Altmann giovane), Max Irons (Fredrick “Fritz” Altmann), Charles Dance (Sherman), Elizabeth McGovern (Florence-Marie Cooper), Jonathan Pryce (William Rehnquist), Moritz Bleibtreu (Gustav Klimt), Justus von Dohnányi (Dreimann), Antje Traue (Adele Bloch-Bauer), Frances Fisher (Mrs. Schoenberg), Tom Schilling (Heinrich), Ben Miles (Ronald Lauder), Rolf Saxon (Stan Gould), Ludger Pistor (Wran), Anthony Howell (Junior Official)

 

TRAMA

Il film è basato sulla storia vera di Maria Altmann (morta nel 2011), una sopravvissuta all’Olocausto che, insieme al giovane avvocato E. Randol Schönberg, per quasi dieci anni si è scontrata con il governo austriaco per recuperare il quadro di Gustav Klimt, Ritratto di Adele Bloch-Bauer I, appartenuto a sua zia e confiscato dai nazisti a Vienna durante il periodo antigiudaico parallelo alle vicende che porteranno alla Seconda Guerra Mondiale.

Nel film viene proposta la sua storia, attraverso flashback che mostrano l’anziana da giovane (nel periodo della confisca del quadro) e narrazione presente, dove lei e l’avvocato affrontano innumerevoli sfide per la restituzione del maltolto.

 

COMMENTO E RIFLESSIONE

Questo è uno di quei film sui quali si può riflettere molto.

Caposaldo della pellicola è la signora Altmann, la cui figura è avvolta da un paradosso grave quanto il suo passato: da un lato desidera riavere ciò che le appartiene di diritto e che le è stato tolto ingiustamente; dall’altro vorrebbe seppellire per sempre i suoi ricordi, perdendo ogni legame con quello che le è successo. Perché ricordare fa male. E’ come scavare nella propria mente, cercando nei meandri più reconditi e provando un immenso dolore ogni volta. Ricordare equivale ad ammettere che il proprio corpo ha sofferto, che ha patito qualcosa che mai più vorrebbe riprovare. Ed è per questo che Maria Altmann è così restia a ricordare.

Anche la figura dell’avvocato Schönberg presenta un’evoluzione lungo il film: all’inizio è semplicemente attratto dal profitto che ricaverebbe nel caso in cui vincesse la causa ma poi, immergendosi nelle vicende accadute alla famiglia dell’anziana signora e a quelli che la circondavano, capisce di essere lui stesso parte di quella storia, legandosi emotivamente a ciò per cui stava combattendo.

Sono molto forti i flashback del passato dove si vede il progressivo avanzare delle forze naziste nella vita delle comunità ebraiche e nelle famiglie austriache che fino ad allora avevano vissuto senza differenziazioni. Si percepisce l’infrangersi di una serena vita famigliare e tutti i sogni andati in fumo.

L’alternanza tra ricordi e presente creano un ritmo incalzante che permette di rimanere attratti per tutta la durata del film. Inoltre alcuni momenti di ironia riescono ad alleggerire i punti più cupi delle vicende.

Un’altalenante melodia di sensazioni travolge chi vede la pellicola: dalla commozione alla paura, alla gioia, al rimorso, all’odio verso l’ingiustizia e alla rabbia per le difficoltà da attraversare.

In questo quadro di luci meravigliose ed ombre sinistre è affrontato il tema dell’Antigiudaismo, visto in questo caso come distruttore di vite e sogni e razziatore, attraverso ciò che si possiede, dell’identità stessa dell’individuo.

In conclusione posso affermare di aver visionato una produzione cinematografica davvero notevole ed in grado di far cogliere tutte le morali scaturite da essa, come saper combattere per ciò che si ama, non avere paura di guardare il passato perché è grazie ad esso che siamo ciò che siamo e di avere fiducia nel potere della Giustizia. Viene mostrato che ricordare è importante perché la memoria è l’unica cosa che non ci potrà mai essere tolta. Possono ferirci, schernirci, rubare tutto ciò che possediamo e perfino ridefinire la nostra identità, ma non potranno mai toglierci i nostri ricordi ed i nostri sogni e non potranno mai farci dimenticare chi veramente siamo.

Voto: 9.5/10