Davide, il tuo sorriso non si spegnerà mai. Il ricordo del nostro compagno Davide Rancan

IL RICORDO DEI COMPAGNI E DEI DOCENTI DI DAVIDE RANCAN, CLASSE 4^ AMM 

La vita nel nostro Istituto scorre dinamica e operosa, coinvolgendo in un flusso continuo di attività ragazzi, docenti e chi, a vario titolo, opera nella scuola. Questo fluire rapido del tempo rischia di far passare in secondo piano, e di rimuovere in fretta, eventi che meritano invece di trovare uno spazio di riflessione adeguato. Per questo motivo, noi alunni della quarta AMM, assieme ai nostri docenti, abbiamo chiesto di poter raccontare il lutto che ha colpito la nostra classe, portandoci via un nostro caro compagno. Davide Rancan aveva iniziato con noi il biennio. Troppo poco il tempo per conoscerci perché, con la chiusura delle scuole per il Covid, per tanti mesi ci si è visti solo su Zoom. Per quasi due anni le lezioni sono state condizionate dalle limitazioni legate alla pandemia e questo non ha certo facilitato la socializzazione. Poi, finalmente, in terza abbiamo potuto ritrovarci di nuovo seduti uno vicino all’altro, a ridere e scherzare, sdrammatizzando le difficoltà scolastiche, acuite dai due anni passati chiusi nelle nostre case. Purtroppo, per Davide, questo ritorno alla normalità è durato ben poco. Non erano nemmeno trascorsi due mesi dall’inizio della scuola, che dolori accompagnati da una leggera febbre, hanno reso necessarie accurate visite mediche. Ben presto ne è stata individuata la causa: la leucemia. Davide non si è lasciato prendere dall’angoscia e si è abbandonato con fiducia nelle mani dei medici. Ai ricoveri nell’ospedale di Padova si alternavano i cicli di chemioterapia. Nei rari momenti in cui era sufficientemente in forze, seguiva le lezioni impartite da docenti presenti a Padova e si collegava nel pomeriggio con i nostri insegnanti per poter rimanere aggiornato su tutte le materie. Ci colpiva che non si lamentasse mai, anzi, sembrava voler passar sopra al fatto di essere gravemente malato. Lottava in tutti i modi per ritagliarsi spazi di serenità e di normalità, quella normalità che a lui mancava e che noi, talvolta, non sappiamo sufficientemente apprezzare. Tutta la Terza l’ha trascorsa così: ricoveri, chemio, lezioni in ospedale, collegamenti con noi. Poi è arrivata l’estate e sapevamo che Davide stava aspettando il trapianto di midollo: era stato trovato un donatore compatibile. Sono stati, quelli estivi, gli ultimi momenti in cui siamo riusciti a comunicare con lui tramite i social. Chi ha potuto vederlo l’ha trovato provato e smagrito, ma combattivo e fiducioso, tant’è che immaginava di riprendere a frequentare la scuola. Invece le sue condizioni sono peggiorate. Per lui è stato un susseguirsi di infezioni, di problemi che drammaticamente minavano sempre di più le sue già deboli forze. A partire da novembre siamo stati informati che Davide stava lottando disperatamente tra la vita e la morte e noi tutti abbiamo sperato che ce la potesse fare. Portato in terapia intensiva, è entrato in coma e non si è più risvegliato. Durante le festività natalizie, la notizia della sua morte avvenuta il 3 gennaio.

Che cosa ci resta di lui?

Innanzitutto, lui è rimasto con noi sempre, non era presente in classe ma lo pensavamo, cercavamo di aggiornarci sulle sue condizioni, facevamo il tifo per lui, perché le cure sortissero benefici. Lo ricordiamo come un ragazzo mite e gentile, mai un atteggiamento poco consono, una parola fuori posto, sempre disponibile e cordiale. Ci teneva molto ad andare bene a scuola e quando i risultati non erano quelli sperati ci rimaneva male, ma non se la prendeva con i professori, si metteva invece in discussione, pronto a fare di più e meglio. Ai funerali è stata letta la sua lettera-testamento che ci ha fornito ulteriori dettagli per conoscerlo meglio. Davide ha sofferto tantissimo, i dolori che aveva erano lancinanti e le massicce dosi di morfina non erano sufficienti a dargli tregua. Eppure, fino all’ultimo, ha voluto credere che la vita avrebbe avuto la meglio. Al contempo si misurava con la prospettiva di un epilogo sfavorevole, e in quei momenti aveva modo di apprezzare e di ringraziare per l’affetto di cui era circondato. Davide resterà nei nostri ricordi e nei nostri cuori come un compagno sereno e positivo che ci ha insegnato a riconoscere ciò che conta nella vita, e ad affrontare con forza d’animo anche i momenti bui, senza cedere alla disperazione ma facendo leva sul bene che ci circonda Caro Davide, ti salutano i tuoi compagni e i tuoi docenti.

 

IL TESTAMENTO SPIRITUALE DI DAVIDE RANCAN

Da questo scatto è passato un anno, in quest’anno è successo qualcosa che mi ha cambiato per sempre. A livello fisico mi ha distrutto, facendomi soffrire come mai prima d’ora, dolori strazianti che a malapena passavano con le più alte dosi di morfina, le giornate parevano infinite e purtroppo i miei genitori soffrivano con me, o forse di più, perché vedevano un figlio soffrire come mai una persona dovrebbe soffrire. Fortunatamente loro erano lì con me, io e la mia famiglia, i miei parenti e i miei amici per aiutarmi in qualsiasi modo possibile a superare una malattia più grande di me, o forse no. Devo, a malincuore, ringraziare la leucemia perché grazie a lei ho aperto gli occhi sulla vita, su cosa è davvero importante, il tempo, ho capito quanto tempo avevo perso e nessuno me lo avrebbe più ridato. Fortunatamente lo ho capito e ora non lo scorderò mai più, ti ringrazio leucemia per avermi fatto maturare così tanto, forse qualcuno dall’alto ti ha mandato per farmi capire che stavo sprecando la mia vita, tra perdite di tempo, timidezza, insicurezze dettate dalla paura di mostrare chi sono davvero. Ora invece voglio che si sappia chi è davvero Davide, perché fino ad ora mi sono sempre nascosto dietro a scuse e ripensamenti, voglio che la mia personalità venga apprezzata da chi la vuole apprezzare e odiata da chi la vuole odiare. Spero che qualcuno mi odi, perché, come disse il mio idolo e più grande statista di tutti i tempi,  Winston Churchill , se uno ha dei nemici, benissimo, vuol dire che ha lottato per qualcosa nella sua vita. Quanta verità in poche parole. Una cosa in particolare è cambiata assieme al mio spirito che si è rafforzato, l’importanza della famiglia. La famiglia è davvero tutto, e per te ci sarà sempre, qualsiasi cosa tu faccia, loro ti vorranno talmente bene da perdonarti e aiutarti a migliorarti senza secondi fini, solo per permetterti di vivere una vita felice e piena di felicità, dettata da sani principi e dal buon senso. Non so davvero come ringraziarvi mamma e papà, vi voglio un bene che le parole non esprimono, forse solo l’arte e la musica ne sono in grado, forse…

E tu, sorellona mia…. Linda.. ….non aggiungo nulla, ti voglio troppo

bene…..

Davide Rancan

 

Redazione giornalino

La redazione del giornalino è addolorata per la prematura scomparsa dell’amico Davide ed è sinceramente vicina alla sua famiglia. Per la scrittura dell’articolo ringraziamo: i compagni e i docenti della classe quarta AMM e in modo particolare la professoressa Vignaga Maria Grazia.