progetto carcere: UN’ORA D’ARIA
Si è svolto anche quest’anno il Progetto Carcere, attività rivolta alle classi quinte e agli studenti di Quarta che hanno già compiuto la maggiore età. L’iniziativa è mirata a conoscere quelle che sono le abitudini e le realtà che vivono coloro che vi si trovano in queste strutture, raccontate da diversi punti di vista. L’attività è inoltre occasione per trovare un momento di incontro tra i detenuti e gli studenti attraverso una partita di calcio, su di un verde dove le differenze e gli spazi si annullano, lasciando da parte il contesto in cui ci si trova, in favore di un sano e spensierato divertimento.
L’intervento delle varie figure all’interno della giornata ha permesso di conoscere in maniera diretta e senza filtri quello che effettivamente accade all’interno di questa struttura, luogo spesso esorcizzato perché ritenuto il posto dove devono finire quelli che se lo meritano, persone comuni la cui figura viene talvolta deformata in quella di strane creature malevoli. Grazie infatti al racconto di un detenuto è stato possibile capire quanto effettivamente semplice sia finire in una situazione simile alla sua e a quella di molte altre persone, che (come ha spiegato) spesso non si rendono conto, come del resto accade a noi stessi, che un’azione compiuta con superficialità può portare a gravi conseguenze. Il suo discorso si è esteso alla vita di tutti i giorni, lanciando un messaggio contro l’omertà, contro i pericoli derivanti dagli atteggiamenti degli altri e verso i quali noi ci mostriamo simpatizzanti, augurandoci di essere sempre in grado di condurre una vita consapevole e onesta.
La visita successiva agli interventi ha messo in luce un’altra importante realtà, ovvero quella delle celle. Differentemente da ciò che si sente a volte dire, gli spazi per i detenuti sono angusti, caratterizzati da una piccola stanza, occupata quasi interamente dai letti. A fianco di ciascuna di esse, un’altra stanza funge da bagno. Il minimo essenziale, niente di più.
Dopo il pranzo, gli studenti si sono preparati per disputare l’incontro, forse il momento più rappresentativo della giornata. Sebbene infatti l’iniziativa di sensibilizzazione avesse già centrato l’obiettivo, il momento della partita di calcio ne è stato l’essenza. Si è visto come lo sport, il divertimento e la passione possano superare differenze di età e il pregiudizio che purtroppo facilmente si viene a creare, risultato dell’immagine che è andata creandosi nel tempo dei luoghi di detenzione, visti spesso come posti ai confini della società, marginali e da escludere in quanto rischiosiper il quieto vivere. Si poteva vedere chiaramente sul viso di quelle persone quanto per loro quell’occasione fosse di vitale importanza, una sorta di boccata di aria, di libertà, capace forse di fargli dimenticare, anche se per un tempo infinitesimo, la loro condizione, la loro storia, per poter essere dei semplici giocatori di calcio. Persone che hanno perso quella libertà, per le scelte sbagliate che hanno fatto o per i motivi più disparati, aggrappati ansiosamente a questi piccoli attimi, fondamentali perché veri e spontanei.
Riassumendo, l’esperienza è stata certamente un’opportunità di poter aprire gli occhi e capire la situazione di un luogo normalmente inaccessibile, scoprendone i vari aspetti e imparando chi si nasconde dietro all’angosciante parola carcerati.
Liberale Mattia 5BME