Donne e STEM

Stavo leggendo un articolo su Il Sole 24 Ore (che consiglio vivamente di leggere…) e ho fatto la considerazione che, nonostante l’apparente emancipazione femminile, sbandierata e propagandata, in realtà è solo apparenza; i dati mostrano situazioni di grave disparità di trattamento nelle aziende nei confronti delle donne, nonostante i voti di laurea più alti rispetto ai risultati ottenuti dal comparto maschile. Sembra che l’emancipazione riguardi solo la libertà nel modo di vestire, di divertirsi; anzi, sembra quasi che la donna emancipata sotto questo punto di vista, venga giudicata ancora di più come “stupida”, brava solo ad ancheggiare e a truccarsi bene, insomma la classica belloccia senza cervello. E’ questione di cultura, c’è poco da commentare; riporto fedelmente ciò che ha espresso Barbara Falconer, direttore generale di Valore D: “Bisogna lavorare sulla cultura che permea la società, modificando la narrazione e andando ad abbattere il pregiudizio che queste materie siano più adatte ai ragazzi che alle ragazze. Per fare ciò è necessario lavorare di concerto a partire dalla scuola, proponendo attività che avvicinino le ragazze alle materie STEM fin dalla più tenera età; dobbiamo anche coinvolgere le famiglie con attività di informazione sulle potenzialità delle materie STEM per la realizzazione del futuro professionale delle giovani donne, e dobbiamo infine lavorare molto sui media proponendo modelli femminili che avvicinano le ragazze alla scienza”.

Professoressa Antonella Turso

l’articolo in questione:

 

Donne e Stem in Italia: poche manager e molto preparate