gli studenti del Rossi incontrano gli atleti degli sport paraolimpici
26 gennaio 2018: gli studenti del Rossi incontrano gli atleti degli sport paraolimpici
I CONFINI DELL’UOMO
“Se sembra impossibile, allora si può fare”, così Beatrice Vio, pluripremiata schermitrice paraolimpica veneta è solita esporre la sua ascesa sull’Olimpo dei grandi sportivi italiani della storia.
Venerdì 26 gennaio l’H81, associazione sportiva mirante il supporto di persone disabili fisicamente è venuta nel nostro istituto presentandoci le differenze tra gli sport paraolimpici e olimpici. Abbiamo infatti constato come tali attività siano molto più complesse rispetto a quelle abituali.
Ad esempio, nella scherma in carrozzina i gesti tecnici sono a dir poco identici a quelli per normodotati, infatti la spada o il fioretto sono d’egual misura e la rapidità dei movimenti altrettanto; la particolare differenza riguarda le carrozzine che sono fissate su apposite pedane inclinate in modo tale da non permettere all’atleta di compiere oscillazioni; infatti la principale qualità dello schermitore è la sua capacità di muovere la parte superiore del corpo (dalla vita in su) per poter eseguire l’affondo. Grazie a Beatrice Vio l’Italia vanta una medaglia d’oro ai Giochi paraolimpici di Rio, tre nei Campionati mondiali e altre due nei Campionati europei. Le nostre atlete si ritrovano ad allenarsi nel palascherma di Valdagno.
Per quanto riguarda invece il rugby in carrozzina le diversità sono più accentuate. Innanzitutto, lo si pratica al coperto e non all’aperto su un campo da gioco identico a quello per la pallacanestro, da notare come il tavolo degli ufficiali di campo (che assistono l’arbitro) faccia parte del campo stesso. Le carrozzine sono appositamente realizzate per proteggere i giocatori e sono considerate delle parti integranti, sono provviste di un dispositivo antiribaltamento e paraurti, inoltre gli atleti per garantirsi una maggiore comodità possono modificarle rispettando determinate regole. Per squadra si hanno 12 giocatori di cui 4 in campo e i tempi sono quattro da otto minuti ciascuno. Per realizzare un punto(meta) il giocatore avente la palla deve toccare con entrambe le ruote l’area oltre la linea di meta avversaria. Gli atleti vicentini si allenano nella palestra di S. Lazzaro.
Antistante il rugby a rapporti duri abbiamo il tennis tavolo. Questa è una delle poche discipline che permette una completa integrazione tra atleti disabili e normodotati in quanto le regole sono identiche. È molto utile in quanto sviluppa i riflessi e la respirazione, inoltre ha effetti positivi sui muscoli dorsali e addominali senza dimenticare che permette d’acquisire confidenza con la carrozzina. Gli atleti vicentini si allenano in zona via Ca Balbi.
Una disciplina abbastanza complessa è invece la pallacanestro in carrozzina che richiede abilità, intelligenza e rapidità. In campo si presentano cinque giocatori ognuno avente un proprio punteggio che rispecchia l’importanza del suo handicap, più è grave meno è il punteggio che va da 0,5 a 5. La somma dei punteggi non può andar oltre i quattordici punti dunque una buona squadra deve saper conciliare le giuste persone per vincere. Il gioco è molto simile al basket tradizionale.
I membri dell’H81 che abbiamo avuto il piacere d’incontrare erano felici di poter vivere giorno dopo giorno perché consci di poter affrontare qualsiasi difficoltà perché non è per niente facile intraprendere queste discipline. Attraverso lo sport sono riusciti a far capire che una cosa vista come un difetto, come un’amputazione o una disabilità, può invece diventare un punto di forza.
a cura di: DABRE ABDOUL 2EI
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